Il dato storico dell’esistenza, nell’Italia fascista, di numerosi campi di concentramento per internati civili è stato per lungo tempo sostanzialmente estraneo alla memoria storica degli italiani, forse in virtù del vecchio e radicato stereotipo della bontà italiana. Nei fatti, dal giugno del 1940, l’internamento, di competenza del Ministero dell’interno fino all’8 settembre del 1943, divenne uno strumento persecutorio contro i cittadini tanto italiani quanto stranieri, considerati, a vario titolo, pericolosi per il regime e per la sicurezza nazionale del Regno.