Il Giorno della Memoria, istituito con risoluzione del 1º novembre 2005 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite per commemorare le vittime dell'Olocausto e celebrato il 27 gennaio, data in cui vennero abbattuti i cancelli del campo di sterminio di Auschwitz, registra sempre una significativa partecipazione da parte degli Istituti del MIC.
Tra questi sono costantemente presenti molti istituti archivistici e, in particolare, Archivi di Stato, con eventi incentrati sul cospicuo e multiforme patrimonio conservato, che mettono in luce il valore delle fonti documentarie come testimonianza di quei tragici eventi.
Quest’anno anche I’Istituto centrale per gli archivi ha voluto dare il proprio contributo con una iniziativa legata alla propria attività istituzionale di gestione dei sistemi archivistici nazionali; per questa occasione è stato predisposto e pubblicato il percorso Archivi per la storia dell’ebraismo, raggiungibile all’interno del sistema informativo unificato delle Soprintendenze archivistiche-SIUSA, nella sezione specifica dei percorsi tematici, cioè dedicati a specifici settori, in cui sono presentati gli archivi afferenti ad un determinato ambito presenti nel sistema, con i relativi soggetti produttori, le sedi di conservazione e gli strumenti di descrizione.
Il percorso offre un accesso alle fonti archivistiche d'interesse per la storia dell'Ebraismo, soprattutto ma non esclusivamente italiano, della persecuzione antisemita, della Shoah: un patrimonio documentario di primaria importanza, comprendente archivi prodotti da comunità ed istituzioni ebraiche, da persone, famiglie ed enti vari, per il quale, grazie alle risorse assicurate dalla legge 17 agosto 2005, n. 175 Disposizioni per la salvaguardia del patrimonio culturale ebraico in Italia che prevedeva interventi conservativi e di restauro sul patrimonio culturale, architettonico, artistico e archivistico ebraico in Italia, è stato possibile attivare interventi finalizzati alla sua conoscenza e salvaguardia.
In questo contesto, varie Soprintendenze archivistiche hanno condotto nei territori di competenza censimenti e interventi di riordinamento di archivi, i cui esiti sono stati riversati in SIUSA; in particolare alcune hanno realizzato specifici progetti come la Soprintendenza archivistica e bibliografica dell’Emilia-Romagna con il percorso tematico dedicato al Patrimonio archivistico di interesse ebraico, consultabile all’interno del relativo percorso regionale, e quella del Piemonte, che, sulla base degli archivi individuati e descritti in SIUSA, ha realizzato e il portale Percorsi negli archivi ebraici del Piemonte.
Il percorso appena pubblicato, ricomprendendo questi precedenti interventi, intende presentare, man mano che l’attività di descrizione viene completata, la mappatura nazionale della consistente mole di archivi conservati da numerosi e diversi soggetti, tra cui si annoverano in primo luogo alcune delle principali comunità e istituzioni ebraiche in Italia: in Piemonte quelle di Torino con l’Archivio delle tradizioni e del costume ebraici Benvenuto e Alessandro Terracini, di Vercelli e di Casale Monferrato; in Veneto quelle di Venezia, con la Biblioteca archivio Renato Maestro, e di Padova; in Emilia-Romagna quelle di Bologna, Modena, Ferrara, Parma e Reggio Emilia; in Toscana quelle di Firenze, Livorno, Siena e Pisa; a Roma l’Archivio storico della Comunità ebraica di Roma, l’Unione delle comunità ebraiche italiane, gli Asili infantili israelitici, la Casa famiglia e Centro ebraico Giuseppe e Violante Pitigliani, la Deputazione ebraica di assistenza e servizio sociale; altrove quelle di Trieste, Ancona, Urbino e Napoli.
Al momento sono presenti circa 150 complessi archivistici di primo livello, che presentano una notevole varietà di tipologia: accanto agli archivi delle comunità ebraiche, che testimoniano la loro storia a partire dai secoli XVI e XVII e le peculiari situazioni locali, troviamo fondi di personalità e di famiglie, quali, per citare qualche esempio, quelli di Isacco Artom, Samuel Davide Luzzatto e Augusto Segre presso l’Unione delle comunità ebraiche italiane, i fondi Formiggini presso la Biblioteca estense universitaria di Modena, il fondo Ragazzi di Villa Emma, presso l’ Archivio storico del Comune di Nonantola, gli archivi Eugenio Artom e Cesare Fasola presso l’Istituto storico toscano della Resistenza e dell'Età contemporanea, i fondi Rosselli presso l’Archivio di Stato di Firenze, i fondi di Giacomo Debenedetti, Mario Mafai e Antonietta Raphaël e altri presso il Gabinetto scientifico letterario G. P. Vieusseux di Firenze.
Nel percorso le informazioni su archivi, strumenti di ricerca, soggetti conservatori e soggetti produttori restituiscono un quadro molto articolato di queste fonti documentarie, attraverso cui si snodano le storie delle comunità e dei soggetti cui si riferiscono; in questa prospettiva questi archivi assumono una particolare valenza in quanto testimonianza di eventi e fatti particolarmente drammatici, per i quali la memoria diventa un valore assoluto, come ha scritto un grande testimone, Primo Levi: «La memoria è necessaria, dobbiamo ricordare perché le cose che si dimenticano possono ritornare».
A conferma dell’attenzione dedicata alle fonti relative alla storia dell’Ebraismo, va ricordato un importante progetto realizzato a partire dal 2002 dalla Direzione generale Archivi in collaborazione con la Scuola Normale Superiore di Pisa sulle interviste a sopravvissuti alla Shoah, conservate presso l’University of Southern California Shoah Foundation Institute for Visual History and Education di Los Angeles; grazie a tale intervento è stata realizzata la banca dati Ti racconto la storia: voci dalla Shoah con la collezione delle 433 interviste in italiano conservate in copia presso l’Archivio Centrale dello Stato, che sono state indicizzate analiticamente attraverso un apposito software. La banca dati che permette la fruizione di queste fonti audiovisive, che offrono un rilevante contributo per la conoscenza su questo drammatico evento, è accessibile sul sito dell’Archivio centrale dello Stato.